martedì 3 agosto 2010

Il pericolo del vittimismo della specie

Ovvero implicazione del delirio di presunta Onnipotenza dell'uomo
Negli ultimi giorni leggendo e commentando qua e là mi sono imbattuto in vari aspetti questo strano fenomeno che sembra attecchire nelle nostre coscienze e non permettere il naturale evolversi della coscienza collettiva. Molti di noi intesi come bloggers, perchè in questo mondo mi muovo e a questo mi rivolgo, ma anche giornali, documentari etc. Poniamo e pongono il dito sulla presunta piaga dell' inadeguatezza, arroganza, deliro di onnipotenza dell'uomo sulla natura. Ora mi dico si, è vero non siamo certo degli stinchi di santo, ma siamo comunque noi stessi un prodotto della stessa e pertanto contemplati nel grande disegno che ci ha posti a questo livello della scala evolutiva. Pertanto mi domando, a che serve colpevolizzarsi seppur con una velata carica di  pseudo-consapevolezza nostalgica per quello che è successo in passato ? Guardiamo il presente e costruiamo il futuro. Accettiamoci per quello che siamo, ovvero, siamo la specie dominante del pianeta, ma siamo comunque un prodotto della stessa, sulla scala evolutiva non ci siamo piazzati in testa con un colpo di stato. Abbiamo camminato per millenni tra conquiste opere meravigliose e incomprensioni abissali, ma è il nostro retroterra culturale. Che questo abbia certe volte un gusto amaro, va bene, ma a volte si beve l'amaro altre lo cherry. L'uomo è una specie in cammino ed è ben lontana dalla meta ultima sia questa intesa spiritualmente che tecnologicamente. Pertanto rimbocchiamoci le maniche abbiamo bisogno di credere in noi stessi intesi come specie di trovare una forza agglomerante, che ci permetta di passare sopra agli errori commessi senza pero' dimenticare, ma facendone bagaglio di esperienza. E un necessario passo indietro questo mio post, o meglio un momento dove ci fermiamo e analizziamo il percorso, ma serve comunque a procedere con piu convinzione di prima che c'è un unico modo di andare avanti e questo è verso la consapevolezza, anche se implica capire che siamo stati la piu' grande specie di bastardi predatori che la natura (evoluzione) abbia messo in campo., ma siamo rimasti...Siamo sopravvissuti e sempre di piu' ci accorgiamo che stiamo cambiando. Pertanto non serve dire io sono convinto che, ma però... Queste sono le argomentazioni dettate dall' egocentrismo umano che si barcamena per non schierarsi mai. E non serve nemmeno ricordare ad oltranza cio che l'uomo è stato capace di fare a suo fratello, anche se Abele e Remo insegnano, senza andare a cercare il relativamente recente genocidio ebreo, ma chissà perchè nessuno mi nomina mai gli Armeni, sterminati come razza, o le recenti azioni contro i Curdi ma non sono fratelli quelli ? Cerchiamo di capirci, adesso è il momento di guardare avanti, lasciamoci alle spalle questi rimorsi che altro no sono che azioni da mai piu' ripetere, ma nemmeno da tenere costantemente dentro come una penitenza da espiare. Altrimenti rischiamo il fallimento inteso come razza e non avremo il coraggio di proseguire il cammino ritenendoci una specie indegna. Ma quando mai...Siamo parte del tutto e come tanto corresponsabili dello stesso, ma non gli unici. Liberiamoci da questo assioma, e volgiamo l'occhio, l'anima, il cuore ad un futuro cammino che è l'evoluzione di ogni nostro passo. Non esistono buone o cattive esperienze, ma solo esperienze, di questo dobbiamo essere consapevoli, altrimenti rischiamo un' empasse  emotivo-culturale senza precedenti, e rimarremo sempre a piangere sul latte versato senza nemmeno tentare di raccoglierlo ripulendo il pavimento. La strada è lunga ripeto, molto di piu' che per Mosè, ma a quel tempo si misero comunque in cammino...
 La canzone che vi propongo a piè di post è scelta per due motivi, Il primo è che Aznavour è Armeno, il secondo ascoltatela e non permettetevi mai di dirvi ...Ieri si...



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