mercoledì 4 giugno 2014

Ys




L'ISOLA di YS

Ys si perde nella leggenda, quasi più di ogni altra terra perduta, al punto che viene riportata di volta in volta come isola o come città separata dal mare da un sistema di dighe. Qualcosa di grande esisteva ad Ys, se si è voluto cancellarla macchiandola come una novella Sodomia & Gomorra. Quasi che dovesse essere rapidamente dimenticata, pena la dannazione eterna, era l'ultimo baluardo di Atlantide ?  ….

Come più avanti si legge "Soltanto Ys divenne famosa, soltanto Ys acquistò il valore d'un simbolo, perché essa era situata su quel promontorio occidentale che costituiva al tempo stesso l'estrema punta, la fine del mondo degli uomini, il braccio teso dell'umanità verso il nulla. E soltanto calunniando Ys si poteva colpire la religione druidica" .

Una leggenda, molto radicata nella tradizione celtica, di una città, una residenza sommersa situata a non pochi passi dalla contea di Cornovaglia. Questa città ha il nome di Ys, parola celtica che significa "basso". Qui viveva una certa Dahud, il cui nome significa "La buona strega". Ella, figlia del re di Cornovaglia Grablon, si era costruita una magnifica città sotto il mare (da ciò la parola Ys) protetta da una diga.

Le tradizioni bretoni raccontano che la città d'Is era protetta contro l'Oceano da dighe potenti, le cui chiuse erano aperte una volta al mese sotto la presidenza del re, per dar passaggio alla sovrabbondanza dei corsi d'acqua. La città era d'una magnificenza eccessiva, il palazzo sontuoso, e la corte dedita ad ogni sorta di piaceri. La figlia del re, la principessa Dahut, era bella, civettuola e licenziosa e, nonostante l'austerità paterna, si dava a folli orge. Gradlon aveva promesso d'imporre la sua autorità, e di por freno agli scandali di sua figlia, ma l'indulgenza paterna aveva sempre avuto il sopravvento nel suo cuore. La giovine principessa formò un complotto per impadronirsi dell'autorità reale, e il vecchio re non tardò ad essere relegato nel fondo del suo sesso palazzo. Essa presiedete alla cerimonia e perfino all'apertura delle chiuse, ed ebbe la fantasia di aprirle essa stessa in un giorno di grande marea!… Era la sera; il re vide giungere davanti a lui San Guénolé, l'apostolo della Bretagna, che veniva ad annunciargli l'imprudenza della figlia; il mare penetrava nella città, la tempesta lo spingeva davanti a sé, e non v'era ormai più che a fuggire, essendo ormai la città intera destinata a disparire. Gradlon volle ancora salvare la figlia sua dalle conseguenze della sua folle imprudenza; egli mandò a cercarla, la prese in groppa al suo cavallo e seguito dai suoi ufficiali, si diresse verso le porte della città. Al momento in cui le oltrepassava, un lungo muggito risuonò dietro a lui; egli si rivolse e mandò un grido! Al posto della città d'Is si estendeva una baia immensa, sulla quale si rifletteva la luce delle stelle. Ma già le onde frementi arrivavano fino a lui. Esse stavano per raggiungerlo ed atterrarlo, nonostante il galoppo dei cavalli, allorché una voce gridò: "Gradlon! Se non vuoi perire, sbarazzati dal demonio che porti dietro a te". Dahout, atterrita, sentì le sue forze abbandonarla; un velo si stese sui suoi occhi; le sue mani, che stringevano convulsamente il petto del padre suo, si agghiacciarono e ricaddero senza forze; essa cadde travolta nei flutti. Non appena essi l'ebbero inghiottita, che si arrestarono. Quanto al re, egli arrivò sano e salvo a Quimper, e si stabilì in questa città che divenne la capitale della Cornovaglia."
Questa che raccontammo è indubbiamente una leggenda: ma essa ricopre un fondo di verità: la sommersione incontrastabile di una grande città al V secolo dell'era nostra.

Secondo il Prof. Jeah Markle questa ragazza conduceva una vita dissoluta e questa dissolutezza venne accentuata ancora di più dopo che la leggenda subì il flusso del Cristianesimo.
La leggenda non termina qui. Si dice infatti che Dahud viva ancora nel suo meraviglioso palazzo in fondo al mare e aspetti il momento adatto per ritornare in superficie. Quando questo avverrà, Ys sarà la città più bella e più ricca del mondo.

È veramente esistita questa città e la sua strega oppure la vicenda di Dahud è solo leggenda? Alcuni ricercatori sono dell'opinione che la città sia esistita veramente, poiché si sono verificati effettivamente dei cataclismi verso il 1200 a.C. che potrebbero aver ispirato gli antichi racconti. A seguito di queste inondazioni il livello dei mari, dei laghi e delle paludi si abbassò in Europa di qualche metro, e il processo venne accelerato dalla diminuzione di umidità. Ma alla fine dell'età del bronzo o nel primo periodo di Hallstatt (530 a.C.) avvenne un nuovo mutamento climatico. In seguito a piogge diluviali che provocarono inondazioni, le coste del Mar del Nord vennero parzialmente sommerse, e con esse parecchi porti del Baltico, della Bretagna, del Galles e dell'Irlanda. In queste inondazioni anche Ys sarebbe potuta essere stata sommersa, poiché vicina alle coste Inglesi. La collera divina che fa definitivamente scomparire la città dai flutti e la capacità magiche di Dahud forse sono solo fantasie o aggiunte da parte della Chiesa cristiana.
Certo che l'esistenza di questa città e il fatto che molti porti furono travolti dalle acque ci suggerisce il fatto che potrebbero essere esistite veramente terre simili. Le ultime vestigia di Atlantide? I campi Elisi erano parte di queste isole? Ys era forse una eco della civiltà Atlantidea, in parte ancora in piedi nel 1200 a.C.? Dahud faceva forse parte dell'élite Atalntidea?
Atlantide,secondo le leggende, affondò all'incirca nel 10.000 a.C. Come è possibile che nel 1200 a.C. fosse ancora abitata?

Atlantide era un continente che ospitava una razza superiore, non possiamo dire se giunta della stelle o nativa del pianeta terra, che aveva un grande sapere di tipo tecnologico, spirituale e filosofico. Per cause naturali: terremoti, eruzioni vulcaniche, maremoti o per l'uso, secondo alcuni studiosi, improprio di energia nucleare o di un eccessivo potere dei diamanti da parte di sacerdoti corrotti, vide segnata la sua fine. Una fine che tuttavia non fu totale, sia perché c'era tutto un mondo da colonizzare sia perchè qualche pezzo di terra di questo continente potrebbe essere rimasto abitabile. C'è da considerare tuttavia che la colonizzazione avvenne in parecchi anni e in questo lungo periodo di colonizzazione, dall'originale nucleo atlantideo nacquero nuove etnie quali i Greci, i Fenici, i popoli del Mare, i Cretesi, gli Egizi e i Celti.

Durante questo periodo di migrazioni e colonizzazioni dovette esserci un capo, coordinatore dei sopravvissuti. Questo capo potrebbe essere stato benissimo il re Grablon, visto come un sacerdote-mago dotato di poteri particolari, che ha un forte corrispettivo nella casta sacerdotale dei Druidi. Forse l'attributo re è stato dato solo per disegnare le sue capacità, tali da sembrare degne appunto di un monarca. Ricordiamo infatti dalla storia antica che il re spesso e volentieri era visto come un Dio. Questo re-sacerdote aveva una figlia, anche essa'dotata di poteri particolari, tanto da meritarsi l'appellativo di Dahud (buona strega), che per capriccio si fece fare questa stupenda residenza sottomarina.
Improvvisamente, nel 1200 a.C. un altro maremoto sconvolse la Terra, e Ys venne cancellata insieme alle numerosi isole del vecchio continente Atlantideo, inabissandosi a chissà quale profondità. Divenne così parte della leggenda e fu attribuito a Dio l'opera della sua distruzione. La leggenda vuole inoltre che Ys riposi ancora nelle profondità del mare, in attesa di riemergere e tornare al suo antico splendore. Forse gli Atlantidei superstiti dimorano ancora nelle profondità degli oceani con lo scopo di ricostruire il loro regno? Ys sarebbe soltanto un piccolo pezzo di un immenso impero perduto! Riferendoci al passato infatti potrebbe essere stata una buona colonia degnamente costruita per dar sostegno agli ultimi superstiti del mondo prediluviano, ma allo stesso tempo un ottimo e geniale mezzo per diffondere la civiltà su altre terre. Inoltre, è da considerare che questa civiltà portò la cultura non solo in Inghilterra, ma all'intero globo, dando vita alla nostra civiltà globale. Noi siamo parte di questa cultura, poiché siamo parte dei Celti, dei Greci e di tutti gli altri popoli del Mediterraneo.
(PASQUALE ARCIUOLO)

Nella sua celebre opera «Il mondo prima della creazione dell'uomo» (traduzione italiana di Diego Sant'Ambrogio, Milano, Società Editrice Sonzogno, 1911, pp. 267-270), così il divulgatore scientifico francese rievoca il leggendario racconto sulla drammatica fine di Ys:

«Nella baia di Douarnenez esisteva anticamente una città celebre, la città d'Is, di cui la leggenda del re Gradlon ha illustrato la fine così tragica. Ai primi secoli dell'era nostra, questa città era ancora fiorente, benché già minacciata dal mare e protetta dalle dighe. Si ritiene sia avvenuta nell'anno 444 l'invasione delle acque che inghiottirono definitivamente queste popolazioni. Si vedon ancor oggi, a bassa marea, alcune vecchie mura che portano il nome di "Mogher-Greghi" mura dei Greci."

È sulle rive desolate della baia de' Trapassati (Finisterre) che si rinvengono le vestigia dell'antica città. Molte strade antiche vanno a finire oggidì nel mare, e si prolungavano in passato nella baia di Douarnenez.


Un altro studio sul mistero della città di Ys e della sua tragica scomparsa nei flutti dell'Oceano Atlantico è svolto da René Thévenin nella sua monografia ormai classica «I paesi leggendari» (titolo originale: «Les pays légendaires devant la science»; traduzione italiana di Luigi Confalonieri, Milano, Garzanti, 1950, pp. 75-78):

«Non è necessario che un avvenimento sia molto lontano nel tempo perché la leggenda se ne impadronisca, se quest'avvenimento non esiste più che allo stato di ricordo. Sono accaduti fatti, nei nostri paesi e a una data storica, che il mistero circonda ancora, come se appartenessero all'antica mitologia. E, come per l'antichità, i commentatori non riescono a mettersi d'accordo quando vogliono liberare la verità dai veli della favola. [...] Di questa tragica storia, che ha molte varianti, rimane un fatto incontestabile, l'ultimo. È vero che ai nostri giorni, quando le circostanze e il tempo lo permettono, si ritrovano in quei luoghi le vestigia di una città sommersa. Si tratta infatti di un'antica città, capolinea di strade romane e che, se si cerca di precisare la sua storia, fu distrutta da una furiosa mareggiata o da uno sprofondamento del suolo, nel 441, o secondo altri scrittori, nel 395.
Ora, basta studiare il rilievo di tutta questa costa bretone, della costa normanna che le è vicina, e della costa inglese che la fronteggia, per rendersi conto della lotta incessante fra il mare e la terra e della vittoria che riporta l'assalitore sulla difesa passiva dell'assediata. Non è qui il luogo di passare in rivista gli episodi di questa lotta, impegnata con fortune diverse, da centinaia di milioni d'anni, dal giorno in cui i primi graniti bretoni sbucavano dal seno d'un oceano fino allora deserto. Ma senza risalire a quelle origini si può ricordare che al momento d'uno dei più grandi progressi dell'emersione continentale, nel pliocene, cioè in un tempo relativamente vicino al nostro, , in cui cominciavano a mostrarsi il bisonte, il cavallo, o l'elefante, la Francia e l'Olanda riunite all'Inghilterra , e l'Inghilterra riunita all'Irlanda, non formavano che un vasto promontorio occidentale, attraverso il quale serpeggiava, verso nord, il Reno ingrossato dall'Elba e dal Tamigi, dalla Tweed e dalla Tay, prima di sfociare nel mare alla latitudine della Scozia, mentre la Senna, che riceveva i fiumi bretoni e quelli del nord dell'Inghilterra attraversava dei territori stendentisi al nord della Normandia e della Bretagna e non sboccava che nell'oceano che molto all'ovest di quest'ultima.
La catastrofe di Ys non è dunque che un beve episodio di questa lotta ed ha importanza solo perché la Storia ne ha raccolto e interpretato a suo modo l'eco. Della personalità del re Grallon e della sua turbolenta progenitura non sappiamo nulla di certo. Ma alle più basse maree dell'equinozio, presso il capo di Van e di Trongueur, nella baia di Douarnenez, si son ritrovate fin dal XVI secolo le strade sommerse e le mura della città. Questa, d'altra parte, ha conservato una certa celebrità grazie ai personaggi che vi si son fatti vivere, a torto o a ragione. Ma non è la sola delle stesse regioni che abbia subito, nello stesso tempo, la stessa sorte. Vicino a Plogoff, si distinguono nettamente, sotto la superficie dei "menhir" (monumenti megalitici), delle mura, delle strade lastricate. Si sono ritrovate altre città sommerse in fondo all'Aber Vrac'h, presso Erquy, ecc. E gli annali del tempo di Carlomagno ci raccontano che, nella baia di Cancale, la cittadella di Gardoine o Gardone, che aveva osato resistere vittoriosamente al grande imperatore e così sia incorsa nella sua maledizione, fu a sua volta inghiottita nel mare dalla collera di Dio.»


Scrive dunque Massimo Centini nel libro «Città, luoghi e continenti scomparsi»Milano (De Vecchi Editore, 2003, pp. 115-116), a proposito dell'enigma di Ys:

«La fiorente città di Ys, secondo la tradizione si trovava sulla costa della Bretagna. Si narra che il re Gradlon amministrasse con saggezza questa città, ma che sua figlia Dahut, troppo viziata, si abbandonasse a ogni genere di trasgressioni. un giorno, per andare trovare un amante, sottrasse la chiave con cui potevano essere alzate e abbassate le grandi porte che regolavano gli afflussi delle acque: lontana da casa, dimenticò di tornare prima dell'alta marea e Ys fu devastata dalle acque. Secondo un modello ricorrente, dunque, la città fu distrutta in seguito a un'alterazione delle regole - che in questi "schemi" sono quasi sempre morali - da parte di un membro della collettività.
Forse, dietro la leggenda sulla distruzione di Ys vi è un evento naturale (un maremoto?) che coinvolse anche altre località, ma per qualche sconosciuto motivo solo questa città acquisì una qualche notorietà: lungo tutto il litorale della Bretagna, "grandi e piccoli centri abitati, oltre a molte ville e residenze padronali isolate, sprofondarono nei flutti. Ma soltanto Ys divenne famosa, soltanto Ys acquistò il valore d'un simbolo, perché essa era situata su quel promontorio occidentale che costituiva al tempo stesso l'estrema punta, la fine del mondo degli uomini, il braccio teso dell'umanità verso il nulla. E soltanto calunniando Ys si poteva colpire la religione druidica" (H. Schreiber, "Città scomparse", Milano, 1971, pag. 27).

YS è indubbiamente una leggenda: ma essa ricopre un fondo di verità: la sommersione incontrastabile di una grande città al V secolo dell'era nostra.
Alla città d'Is si può aggiungere come esempio di regioni sommerse dalle invasioni del mare, la città di Herbadilla, vicino a Nantes, di cui parla Gregorio di Tours (essa era sotto la sua giurisdizione) e che fu inghiottita a' suoi tempi, verso il 580; quella di Tolento, non lunge da Brest; quella di Nazado, vicino ad Erqy; quella di Garloine, nella pianura di Dol, che disparve ai tempi di Carlomagno. Dalla foce della Loira fino al Finisterre, non vi è una costa ove non si rinvengano vestigia d'abitazione. Il litorale di Morhiban parrebbe essersi abbassato di cinque metri a Closmadeuc.
Vi erano foreste sulla riva di Dunkerque, occupanti le spiagge bagnate oggidì dal mare. La spiaggia d'Etaples conteneva un numero così grande di alberi sepolti nella spiaggia, che lo Stato ha messo in aggiudicazione il diritto di estrarli. Fondazioni romane furono scoperte a Sangatte. Si rinvennero all'ovest di Calais i resti d'una foresta sommersa, in mezzo alla quale si sono riconosciute ossa di bisonti (auroch),e conchiglie d'acqua dolce, ciò che prova come, in un'epoca geologica recente, la costa era più elevata che non ai giorni nostri. A quest'epoca, al principio del periodo Quaternario, il passo di Calais non era ancora aperto alle acque dell'Oceano che si precipitano nelle acque del mare del Nord; l'Inghilterra era tuttora congiunta alla Francia.»

Articolo ripreso da :  http://isolafelice.forumcommunity.net/




domenica 1 giugno 2014

Lyonesse

Lyonesse

Lyonesse, Lyoness, o Lyonnesse è un'isola leggendaria scomparsa, che, secondo la tradizione, faceva parte delle isole Scilly (sud-ovest della Cornovaglia). È stata più volte associata con Avalon. La famiglia Trevelyan di Cornovaglia prende il suo stemma da una leggenda locale: "quando Lyonesse fu sommersa dalle acque, solo un uomo di nome Trevelyan riuscì a scappare su un cavallo bianco". Da quel giorno sullo scudo della famiglia fu rappresentato un cavallo bianco che emerge dalle onde.

Ci sono tracce del fatto che nel periodo romano le isole di Scilly comprendevano una grande isola, conosciuta come Siluram Insulam (o Sylina Insula). Secondo la leggenda, Lyonesse si estendeva da Scilly all'estremità occidentale della Cornovaglia ed ebbe 140 chiese. La sua capitale era la Città dei leoni (a volte riferita con il nome di Carlyon). I nomi dei tradizionali sovrani di Lyonesse derivano dalla mitologia gallese e da quella arturiana. Tristram Fawr sarebbe stato un personaggio storico della Cornovaglia. (Tristano)

Lyonesse nella mitologia celtica

La leggende di un regno scomparso appare nella mitologia bretone e in quella della Cornovaglia. In epoca cristiana ciò fu visto come una specie di Sodoma e Gomorra di Cornovaglia, cioè come un esempio di punizione divina provocata da una vita non virtuosa, sebbene nel pensiero cornico Lyonesse rimase come una terra mistica e mitica, comparabile al Tir na nÓg della mitologia irlandese.

Esiste un parallelo bretone nella storia della città d'Ys, anche questa sommersa dalle acque come risultato della sua immoralità e con un solo sopravvissuto, scappato su un cavallo: re Gradlon.


È stato suggerito che la leggenda di Lyonesse rappresenti una straordinaria sopravvivenza della memoria popolare dell'inondazione delle isole di Scilly e della baia di Mount (vicino a Penzance). Per esempio, il nome cornico di monte san Michele è Carrack Looz en Cooz - letteralmente, "la roccia grigia nel bosco". La popolazione della Cornovaglia attorno a Penzance crede ancora in maniera molto forte in una foresta sommersa nella baia di Mount, di cui vengono mostrate "tracce" ai visitatori (petrified drift wood).

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