domenica 15 agosto 2010
Le stanze di Dyzan Helena Petrovna Blavatsky
Stanza I
Il segreto del Fuoco si cela nella seconda lettera della Parola Sacra.. Il
mistero della Vita sta celato nel cuore.
Quando il punto inferiore vibra, quando il triangolo sacro rifulge, quando il
punto inferiore, il centro e l’apice sono collegati e il Fuoco circola, quando
similmente arde il triplice apice, allora i due triangoli – il maggiore e il
minore – si fondono in un’unica fiamma che consuma il tutto.
________________________________________
Stanza II
<<AUM>> disse il Potente, e risuonò la Parola. Le settemplici onde della materia
si separarono, e apparvero le forme. Ognuna prese il suo posto, ognuna nella
sfera stabilita. Attesero che il sacro flusso venisse a penetrarle e a colmarle.
I Costruttori risposero al sacro suono. In musicale collaborazione attesero al
lavoro. Costruirono molte sfere, cominciando dalla terza. In quel piano il loro
lavoro ebbe inizio. Costruirono l’involucro di Atma e lo accordarono alla sua
Origine Principale.
<<AUM>> disse il Potente. <<Che il lavoro proceda. Che i Costruttori dell’aria
procedano nell’esecuzione del piano.>>
Il Signore –Deva e i costruttori nel piano dell’aria lavorarono con le forme
della sfera ad essi assegnata. Ognuno nel suo gruppo lavorarono per l’unione.
Sotto le loro mani le forme si moltiplicarono rapidamente.
Il sacro piano di congiunzione, il quarto grande piano, divenne la sfera entro
il circolo maggiore che segna la meta per l’Uomo.
<<AUM>> disse il Potente, ed alitò sul quinto, che è il piano della terra
ardente, il punto d’incontro del fuoco.
Si udì questa volta una nota cosmica, oltre al suono particolare del sistema. Il
fuoco interno e quello esterno incontrarono il fuoco ascendente. I custodi del
fuoco cosmico, i deva del calore fohatico, sorvegliarono le forme ancora senza
forma, attendendo il loro momento nel tempo.
I Costruttori di grado minore, il quadruplice ordine di Deva che operano con la
materia, lavorano sulle forme. Sul triplice livello, nel vuoto silenzio, le
forme vibrarono, risposero alla nota, ma erano tuttavia inutili e inabitate.
<<AUM>> disse il Potente. <<Che anche le acque producano>>.
I Costruttori della sfera acquea, che dimorano nell’umidità, produssero le forme
che si muovono entro il regno di Varuna. Esse crebbero e si moltiplicarono con
flusso costante. Ogni ondata del moto cosmico aumentava l’interminabile flusso.
Si vedeva l’incresparsi delle forme.
<<AUM>> disse il Potente. <<Che i Costruttori attendano alla materia>>.
Ciò che era fuso si solidificò. Le forme solide furono costruite. La crosta si
raffreddò. Le rocce si cristallizzarono. I Costruttori lavorarono
tumultuosamente a produrre le forme di Maya.
Quando gli strati rocciosi furono completati, il lavoro fu compiuto. I
Costruttori del grado inferiore annunziarono che il lavoro era finito.
Dagli strati rocciosi emersero poi gli involucri. I Costruttori del secondo
convennero che il lavoro era terminato. Quelli del primo e del secondo sulla via
ascendente si presentarono in quadruplice forma. Il quinto interiore fu
percepito da coloro che avevano la vista più penetrante.
<<AUM>> disse il Potente e raccolse il Suo Respiro. La scintilla entro il
popoloso terzo incitava ad ulteriore crescita.
I Costruttori delle forme inferiori, che manipolano la maya più densa, unirono
la loro produzione alle forme prodotte dai Costruttori dell’acqua. La materia e
l’acqua unite produssero il terzo nel tempo. Così proseguì l’ascesa.
I Costruttori lavorarono uniti. Chiamarono i custodi della zona del fuoco. La
materia e l’acqua mescolate col fuoco, l’interiore scintilla entro la forma,
tutto si fuse insieme.
Il Potente guardò in basso. Le forme ebbero la sua approvazione. Si udì il grido
invocante maggior luce.
Egli raccolse nuovamente il suono. Egli innalzò a più alti livelli la debole
scintilla di luce. Si udì un altro suono, il suono del fuoco cosmico, celato nei
Figli di Manas.
Essi invocarono i loro Primari. I quattro inferiori, i tre superiori ed il
quinto cosmico si unirono nella grande inspirazione. Un altro involucro venne
formato.
________________________________________
Stanza III
La Grande Ruota girò su se stessa. Tosto le sette ruote minori entrarono in
manifestazione. Esse roteavano come la loro Madre, intorno, verso l’interno e in
avanti. Tutto ciò che esiste, fu.
Diverse erano le ruote ma nell’insieme, esse sono Una.
Con l’evolversi della Grande Ruota divampò il fuoco interno. Il suo contatto
diede la vita alla prima ruota. Essa girò. Sorsero un milione di fuochi. Si
densificò la qualità della materia, ma la forma ancora non esisteva.
I Figli di dio sorsero, scrutarono la profondità della Fiamma. Da suo stesso
cuore trassero la Pietra di Fuoco, e passarono alla seguente.
Girando, la Grande Ruota emise la seconda. Di nuovo divampò la Fiamma, prese nel
proprio cuore la Pietra, e continuò a girare. Nuovamente sorsero i Figli di Dio,
e guardarono intensamente entro la fiamma. <<La forma non è soddisfacente>>,
Essi dissero. <<Sia tolta dal fuoco>>.
Più veloce ancora girò la Ruota Maggiore, azzurra e bianca emerse la fiamma. I
Figli di Dio ridiscesero e una ruota minore incominciò il suo moto.
Sette volte la rivoluzione, e sette volte più intenso il calore. La massa
informe divenne più solida, e più profondamente affondava la Pietra. Nell’intimo
del fuoco più interno discese la Pietra Sacra..
Questa volta il lavoro era migliore, il risultato più perfetto. Alla settima
rivoluzione la terza ruota restituì la Pietra. Triplice la forma, rosea la luce,
e settemplice l’eterno principio.
Dalla ruota più grande, entro la volta del cielo, venne alla luce la ruota
minore considerata la quarta. Gli eterni Lha guardarono in basso, e i Figli di
Dio si fecero avanti. Nel più profondo punto di morte Essi lanciarono la Sacra
Pietra. Si alzò il plauso dei Chohan. Il lavoro aveva superato un punto di
svolta. Dall’abisso delle tenebre esterne Essi trassero la Pietra ora
trasparente e pura, di color rosa e azzurro.
Il girare della quinta ruota e la sua azione sulla Pietra la resero sempre più
idonea. Giallo il colore della fusione, arancione il fuoco interno, finché
giallo, rosa e azzurro fusero insieme le loro sottili sfumature.
Le quattro ruote, insieme con la maggiore, lavorarono così sulla Pietra finché
tutti i Figli di Dio esultarono e dissero: <<Il lavoro è compiuto>>.
________________________________________
Stanza IV
Con la quinta rivoluzione della Grande Ruota fu raggiunto il periodo stabilito.
La ruota minore che rispondeva a quel quinto grande giro percorse il ciclo, ed
entrò nella pace.
Le ruote minori appaiono e fanno parimenti il loro lavoro. La Grande Ruota
raccoglie le scintille che emanano. Le Cinque si occuparono del lavoro, le due
minori lavorarono solo ai dettagli. La Pietra aveva radunato il fuoco: lambita
dalle fiamme, splendeva. L’involucro esterno non fu adeguato finchè non fu
passato attraverso il fuoco della Sesta e della Settima Ruota.
I Figli di Dio emersero dalla loro sorgente, osservarono il settemplice lavoro e
dichiararono che era buono. La Pietra fu posta in disparte. In duplice
rivoluzione girava la Ruota Maggiore. Il quarto Signore dei dodici Grandi si
occupò del lavoro del settemplice fuoco. <<Non è idoneo>>, Egli disse.
<<Immergete questa Pietra nella ruota che incomincia a girare>>.
I Signori dei Sette Maggiori immersero la Pietra entro la ruota in moto. I
Signori del Quinto e del Sesto Maggiore immersero ugualmente la loro Pietra. Nel
cuore del fuoco, profondamente nella sfera più interna, mentre la Ruota Maggiore
turbinava nello spazio portando seco le sette minori, le due vennero fuse. La
Quarta, la Quinta e la Sesta si fusero amalgamandosi.
L’eone si chiuse, il lavoro era compiuto. Le stelle stettero immobili. Gli
Esseri Eterni gridarono dal più profondo dei cieli: <<Appaia il lavoro. Si
estraggano le Pietre>>.
Ed ecco, le Pietre furono Una.
________________________________________
Stanza V
Il momento manvantarico atteso da tutte le Triadi, l’ora che segnava il punto
solenne di congiunzione, giunse nel tempo ed, ecco, il lavoro fu compiuto.
L’ora che i sette gruppi purushici, vibrante ognuno al risuonare della Parola,
cercando una crescita di potere, avevano atteso durante i millenni, passò in un
lampo ed ecco il lavoro fu compiuto.
Il Primo Grado, ritenendo l’ora propizia, con potente acclamazione fece
risuonare per tre volte la triplice nota. L’eco raggiunse la meta. Tre volte la
nota fu emessa. La sfera azzurra, irrequieta, sentì la vibrazione, rispose
svegliandosi, e si affrettò al richiamo.
Il Secondo, con saggia insistenza, udendo il Primo emettere il suono, conoscendo
che l’ora era venuta, fece eco al suono con una nota quadruplice. Questa
quadruplice eco percorse tutta la scala armonica delle sfere. Di nuovo la nota
fu emessa. Tre volte la nota risuona echeggiando attraverso i cieli. Quando fu
intonata per la terza volta venne la risposta all’appello. Vibrante come corda
intonata, l’eterno Principio Primo rispose. L’azzurro rispose al denso, e
corrispose alla necessità.
Tremando, la sfera udì il Terzo riprendere la nota facendola riecheggiare in un
accordo pieno che percosse l’orecchio di Coloro che custodivano la Fiamma.
I Signori della fiamma sorsero e si tennero pronti. Era l’ora della decisione. I
sette Signori delle sette sfere osservano il risultato, ritenendo il respiro. Il
grande Signore della quarta sfera attendeva ciò che doveva venire.
L’inferiore era preparato. Il superiore arreso. Il grande Cinque attendeva il
punto equidistante dell’unione. La nota fondamentale si eleva. Il profondo
rispose al profondo. L’accordo quintuplice attese la risposta da Coloro la cui
ora era venuta.
Oscuro divenne lo spazio tra le sfere. Due globi divennero radianti. Il triplice
trentacinque, trovando giusta la distanza, lampeggiò come un sottile strato di
fiamma intermittente ed ecco il lavoro fu compiuto. Il grande Cinque incontrò il
Tre ed il quattro. Il punto intermedio era realizzato. L’ora del sacrificio – il
sacrificio della Fiamma – era giunta, e durerà per eoni. Coloro che erano fuori
del tempo, entrarono nel tempo. Coloro che vegliano cominciarono la Loro opera,
ed ecco, il lavoro procede.
________________________________________
Stanza VI
Entro la caverna oscura, il quadruplice brancolava cercando espansione e maggior
luce. Nessuna luce dall’alto, e tutto intorno era avvolto dalla fitta oscurità.
Nera e profonda era la tenebra che lo circondava. Fino al più profondo del cuore
palpitante, senza il tepore della Luce, penetrava il freddo gelido della tenebra
estrema.
Sopra alla caverna tenebrosa splendeva tutta la luce del giorno; tuttavia il
quadruplice non la vedeva, ché la luce non penetrava.
La distruzione della caverna precede la luce del giorno. Grande allora sarà la
rovina. Nessun aiuto travasi nella grotta, nessun barlume di luce celata.
Attorno a colui che è quadruplice sta la volta di pietra; sotto di lui la radice
stessa delle tenebre della densità totale, lo minaccia; null’altro vi è attorno
o al di sopra di lui.
I triplici Guardiani sanno e vedono. Il quadruplice ora è pronto: il lavoro
della densità è compiuto, il veicolo è preparato.
Risuona lo squillo di tromba segnale dello schianto. Accecante è la potenza
della Fiamma che sopravviene. Il mistico terremoto squassa la caverna; le Fiamme
ardono e disintegrano maya, ed ecco, il lavoro è compiuto.
Svanito è l’orrore delle tenebre; squarciato è il tetto della caverna. Dentro
splende la Luce della vita; il calore aleggia. I Signori che osservano vedono il
lavoro che comincia. Il quadruplice diventa il settemplice. Il canto di coloro
che ardono sale verso l’intera creazione. L’ora del compimento è giunta.
Il lavoro riprende e continua. La Creazione procede il suo cammino, mentre nella
caverna cresce la luce.
________________________________________
Stanza VII
Emerge la grotta di rara bellezza, iridescente. Rilucono le pareti azzurre,
immerse in una luce rosa. L’unificante azzurro irradia su tutto, e tutto è fuso
in un ritmico splendore.
Entro la grotta iridescente, dentro gli archi suoi, sta il Quintuplice, che
chiede maggior luce. Lotta per espandersi, per ottenere il giorno. Il Cinque
invoca, ricorre ai maggiori, il Sesto e il Settimo. La bellezza circostante non
basta alla richiesta. Il calore interno è appena sufficiente ad alimentare
l’aspirazione di ottenere il FUOCO.
I Signori della Fiamma osservano, e cantano ad alta voce: <<Il tempo è venuto,
il tempo da noi atteso. Che la Fiamma diventi FUOCO, e la Luce risplenda>>.
Lo sforzo della Fiamma entro la grotta di cristallo diviene sempre maggiore.
Prorompe l’invocazione di aiuto alle altre Anime ardenti. E la risposta giunge.
Il Signore della Fiamma, l’Antico, il Potente Signore del fuoco, il Punto
Azzurro entro il diamante celato, il Giovane di innumerevoli Eoni presenzia
all’opera. La luce interiore che arde e il Fuoco in attesa all’esterno – insieme
con la Verga – s’incontrano sulla sfera di cristallo, ed ecco, il lavoro è
compiuto. Il cristallo vibra e si schianta.
Sette volte ricomincia il lavoro. Sette sono gli sforzi fatti. Sette le
applicazioni della Verga tenuta da un Signore della Fiamma. Tre sono i tocchi
minori; quattro comportano l’assistenza divina. Alla quarta finale il lavoro è
compiuto, e la grotta intera si squarcia. La Fiamma interiore luminosa si
espande oltre le pareti squarciate. Essa risale alla sua Sorgente. Un altro
fuoco è unificato, un altro punto azzurro si reintegra nel diadema Logoico.
________________________________________
Stanza VIII
Le Tre maggiori, ciascuna con le sue sette ruote minori, roteano in evoluzione a
spirale entro l’Eterno Presente, muovendosi come una sola. I Signori cosmici,
dal Loro luogo eccelso, vedono il passato, governano il presente e meditano sul
<<Giorno sii con noi>>.
I Lha dell’eterno Suono, prodotto del tempo che fu, trascendono la settemplice
manifestazione. Entro l’anello invalicabile risuona la Parola di Amore.
I Signori settemplici procedono con giusta vibrazione nel Loro lavoro. Ognuno di
Essi fa risuonare una nota del proprio accordo logoico. Ciascuno rende conto al
Suo Signore Maggiore. Nella solenne espirazione le forme vengono costruite, i
colori giustamente distribuiti, e la Fiamma interiore si rivela con luce sempre
crescente.
Il Signore dell’Azzurro, che tutto raccoglie entro l’arco di Buddhi, emette la
sua nota. Gli altri sei ritornano alla Loro sorgente, fondendo i Loro diversi
colori entro il Loro Primario.
L’azzurro si aggiunge al verde, e rapido appare il risultato. La vibrazione del
terzo si aggiunge all’uno. L’azzurro si mescola con l’arancione, e nella loro
saggia mescolanza si vede lo schema stabile. Al giallo e al rosso, al porpora ed
all’ultimo, si armonizza la vibrazione del settimo come Primario.
I sette Signori, entro i Loro sette schemi, adattati al secondo ciclo karmico,
fondono le Loro sfere migranti, e le Loro miriadi di atomi.
Le orme medianti le quali Essi operano, i milioni di sfere inferiori, causa di
separatività e maledizione degli Asura, si frantumano, quando, a un dato
momento, risuona la Parola Sacra.
Sorge la vita logoica. Le correnti di colore si fondono insieme. Le forme sono
abbandonate, e Parabrahma è completo. Il signore del Terzo cosmico pronuncia una
Parola sconosciuta. La settemplice Parola minore fa parte del più ampio accordo.
Il presente diventa il passato. L’eone si dissolve nello spazio. La Parola del
Moto è stata udita. La Parola di Amore le succede. Il Passato governa la forma.
Il Presente evolve la vita. Il Giorno che deve venire risuonerà la Parola di
Potere.
La perfezione della forma e l’evoluzione della vita sono il terzo segreto della
Ruota Maggiore. E’ il mistero celato del moto vitale. Il mistero, perduto nel
Presente, ma noto al signore della Volontà Cosmica.
________________________________________
Stanza IX
I trentamila milioni di Coloro che vigilano rifiutarono di rispondere
all’appello. <<Non entreremo nelle forme>>, dissero, <<fino al settimo eone>>. I
due volte trentamila milioni ascoltarono attentamente l’appello, e presero le
forme designate.
I ribelli risero entro di sé e cercarono la pace pralayica fino al setttimo eone.
Ma i sette grandi Signori si appellarono ai Chohan, ed iniziarono il dibattito
con gli eterni Lha del terzo ciclo cosmico.
Quindi fu promulgata la sentenza. I ritardatari della sfera più alta ne udirono
l’eco attraverso tutto il creato. <<Non fino al settimo eone, ma al
quattordicesimo settimo, tornerà ancora l’opportunità. I primi saranno gli
ultimi, ed eoni di tempo saranno perduti>>.
Gli obbedienti Figli della Mente si collegarono con i Figli del Cuore, e
l’evoluzione proseguì il suo cammino a spirale. I Figli del Potere stettero ai
posti designati, sebbene il Karma cosmico ne obbligasse un piccolo gruppo ad
unirsi ai Figli del Cuore.
Al quattordicesimo sette eone i Figli della Mente e del Cuore, assorbiti nella
Fiamma infinita, si uniranno ai figli della Volontà nella manifestazione
manvantarica. Tre volte girerà la ruota.
Al centro stanno i Buddha di Attività, aiutati dai Signori dell’Amore, e dopo il
loro duplice lavoro veranno i radiosi Signori del Potere.
I Buddha della Creazione sono sorti dal passato. Si stanno ora radunando i
Buddha dell’Amore. I Buddha della Volontà si manifesteranno come la folgore
improvvisa nel giro finale della Terza ruota maggiore. Allora la meta sarà
raggiunta.
________________________________________
Stanza X
La Quinta progredì, e con i residui della Quarta si riprodusse e si moltiplicò.
Le acque si sollevarono. Tutto affondò e fu sommerso. I resti sacri, nel luogo
destinato, emersero in un –tempo successivo entro la zona di sicurezza.
Le acque si ritirarono. Il terreno solido emerse in certi luoghi designati. La
Quinta invase la Terra Sacra, e nel suo quintuplice gruppo si sviluppò il Quinto
inferiore.
Essi passarono di stadio in stadio. I Signori vigilanti, riconoscendo le forme
costruite, fecero segno alla Quarta che circolava; ed essa accelerò il cammino.
Quando la Quinta minore ebbe oltrepassato il punto di mezzo, e tutte e quattro
le inferiori popolavano la Terra, sorsero i Signori dell’Intento Tenebroso. E
dissero: <<Non così deve procedere la forza. Le forme ed i rupa della terza e
della quarta, entro la Quinta corrispondente, si avvicinano troppo
all’archetipo. Il lavoro è troppo buono>>.
Essi costruirono altre forme. Evocarono il fuoco cosmico. I sette abissi
profondi dell’inferno eruttarono le ombre animatrici. Il successivo settimo
ridusse conformemente in ordine tutte le forme – le bianche, le nere, le rosse e
quelle di color bruno.
Il periodo della distruzione si estese, lontano in ogni direzione, Il lavoro fu
gravemente guastato. I Chohan del più alto piano osservavano in silenzio. Gli
Asura e i Chaitan, i Figli del Male Cosmico, e i Rishi delle più oscure
costellazioni riunirono i loro eserciti inferiori, la più tenebrosa progenie
dell’inferno. Essi oscurarono tutto lo spazio.
* * *
Con l’arrivo di Colui che era mandato dal Cielo, la pace venne sulla terra. Il
pianeta vacillò ed eruttò fuoco. Una parte si sollevò. Una sprofondò. La forma
fu cambiata. Milioni di esseri presero altre forme o ascesero al luogo d’attesa
designato. Aspettarono che l’ora del progresso risuonasse nuovamente per loro.
* * *
La Terza produsse dei mostri: grandi belve e forme malefiche strisciavano sulla
superficie della sfera.
La Quarta acquea produsse entro la sfera liquida rettili e progenie deforme,
frutto del Suo Karma. Vennero le acque e spazzarono via i progenitori di quella
progenie malefica.
La Quinta separativa costruì nella sfera rupa le forme concrete del pensiero. Le
diffuse ovunque. Esse popolarono il quarto inferiore, schermando come nube nera
e funesta la luce del giorno. I tre superiori erano celati.
* * *
La guerra sul pianeta era scatenata. Entrambe le parti discesero all’inferno.
Allora venne il Conquistatore della Forma. Attinse al Fuoco Sacro e purificò i
livelli rupa. Il Fuoco distrusse le terre nei giorni della sesta minore.
Quando la sesta apparve, il suolo cambiò. La superficie del globo cominciò un
altro ciclo. Gli uomini del Quinto superiore dominarono i tre inferiori. Il
lavoro fu trasferito sul piano dove sta il Pellegrino. Il triangolo minore entro
l’uovo aurico inferiore divenne il centro della dissonanza cosmica.
________________________________________
Stanza XI
La ruota della vita gira all’interno della ruota della forma esterna.
La sostanza di Fohat circola, ed il suo fuoco cristallizza tutte le forme. La
ruota che non si vede si muove in rapida rivoluzione entro il più lento
involucro esterno fino a quando essa consuma la forma.
I quarantanove fuochi ardono nel centro interiore. I trentacinque vortici ignei
circolanti si estendono lungo il cerchio della periferia. Tra i due passano in
ordinata sequenza le fiamme variamente colorate.
I grandi triangoli nella loro giusta posizione tengono celato il segreto della
ruota della vita. Il fuoco cosmico irradia diretto dalla seconda sfera,
governata dal Reggitore del Raggio che fonde. Le coorti della terza sfera in
diversi gradi contrassegnano i tre inferiori.
La ruota della vita si muove sempre entro la forma. I deva del Quarto si
collegano con i trentacinque e li fondono con i quarantanove centrali. Essi
lavorano dall’alto cercando di fondere il tutto. Questi, con le loro miriadi di
forme roteanti entro le ruote di grandezza inferiore, si sforzano di elevarsi.
Il tutto è uno, tuttavia nelle sfere inferiori appaiono solo le forme. Con le
loro divisioni, sembrano troppo numerose per essere affrontate o comprese.
Questa moltitudine circola. Le forme sono costruite, diventano troppo solide,
sono infrante dalla vita, e circolano nuovamente. Una piccola parte rotea
mantenendo i molti nel calore del moto. L’uno abbraccia il tutto e porta il
tutto attraverso la grande attività fino al cuore della pace cosmica.
________________________________________
Stanza XII
Gli Esseri Benedetti celano le Loro triplice natura, ma rivelano la Loro
triplice essenza per mezzo di tre grandi gruppi di atomi. Tre sono gli atomi, e
triplice è l’irradiazione.
Il cuore del Fuoco si cela, ed è conosciuto solo per la sua irradiazione, e
attraverso ciò che irradia. E’ solo dopo che la Fiamma è spenta ed il calore è
svanito, che può il Fuoco esser conosciuto.
________________________________________
Stanza XIII
Attraverso la fascia violetta che circonda i Cieli, passa il globo di porpora
oscura. Passa e non ritorna. Viene assorbito nell’azzurro. Tre volte l’azzurro
lo avvolge, e quando il ciclo è completo il porpora si attenua, si fonde nel
rosa, ed il sentiero è attraversato di nuovo.
Tre, i grandi colori nel ciclo che è considerato il quarto: violetto, azzurro e
rosa, con il color porpora fondamentale in rotazione.
Quattro sono i colori secondari nel ciclo della discriminazione in cui ha luogo
la rivoluzione. Esso è già percorso fino al punto di mezzo che è un po’
oltrepassato. Gialla è la fascia che segue, arancione la nube che cela; il verde
è per la vivificazione. Tuttavia, non è ancora giunto il momento.
Molti i fuochi che roteano; molte le ronde che rivolvono; ma solo quando i
colori complementari riconosceranno la loro sorgente, ed il tutto sarà
armonizzato ai sette, si vedrà il compimento. Si vedrà allora ogni colore al suo
giusto posto, e la cessazione della roteazione.
Helena Petrovna Blavatsky
________________________________________
Da wikipedia
Le Stanze dal Libro di Dzyan costituiscono l'argomento principale del primo e
secondo volume de La dottrina segreta (The secret doctrine), opera di teosofia
in otto volumi pubblicata nel 1888 da .Le Stanze sarebbero state rese pubbliche
dalla Blavatsky interpretando il linguaggio iconografico di un presunto
manoscritto tibetano molto antico, il Libro di Dzyan (o Libro di Dzan), che
sarebbe servito come base sapienziale per la La dottrina segreta.
La Blavatsky descrive il manoscritto, di cui avrebbe avuto visione diretta, come
un testo antico di migliaia di anni redatto in lingua Senzar e conservato in un
luogo segreto del Tibet. Scritto «su foglie di palma, ma rese inalterabili al
fuoco, all'acqua e all'aria mediante qualche processo specifico ignoto», il
libro tratterebbe della cosmogenesi e dell'evoluzione dell'uomo fino alla
distruzione di Atlantide.
Altri versi attribuiti al Libro di Dzyan sono stati pubblicati da Alice Bailey
in A Treatise on Cosmic Fire nel 1925.
Del Libro di Dzyan non è stata fornita alcuna fonte originale né esiste alcuna
citazione anteriore alla pubblicazione della Blavatsky o esterna alla saggistica
esoterica afferente o meno a movimenti teosofici. Al di là delle interpretazioni
fornite della Blavatsky, la completa mancanza di riscontri di questo manoscritto
originale così come della misteriosa lingua pre-sanscrita in cui sarebbe stato
redatto, rende dubbia la sua reale esistenza.
La teosofista Sylvia Cranston (pseudonimo di Anita Atkins) avanzò l'ipotesi che
i versi delle stanze fossero interamente una creazione originale della Blavatsky
negando, conseguentemente, l'esistenza del manoscritto.
David Reigle, un orientalista affiliato alla Società Teosofica, reputa, invece,
il manoscritto connesso ad un testo del Buddhismo Vajrayana, il Kalachakra
Tantra.
L'esoterista inglese Nicholas Goodrick-Clarke ha suggerito, recentemente, che la
fonte di ispirazione delle stanze andrebbe ricercata nel Taoismo cinese e nella
Cabala ebraica.
Una delle storie contenute nel manoscritto
Fra le storie narrate se ne trova una che sembra proporre scenari ancora oggi
futuribili. Vi si narra infatti di un gruppo di esseri venuti sulla Terra alcune
migliaia di anni fa a bordo di veicoli metallici che si posarono soltanto dopo
aver girato intorno al globo diverse volte. Queste creature venivano venerate
dagli uomini tra i quali si erano stabilite pur vivendo appartate. Tuttavia,
insorte talune divergenze all'interno del gruppo di esseri, accadde che una
parte dei maschi con alcune donne e bambini andò a stabilirsi in un’ altra
città. La separazione non servì però a risolvere i problemi che avevano diviso
il gruppo, difatti il governante della prima città salì in aria con un vascello
metallico e alcuni soldati. Mentre era ancora a diverse leghe di distanza dalla
città avversaria, partì dal vascello “un immenso, fulgido dardo sospinto da un
fascio di luce che esplose nella città nemica in un enorme globo di fuoco il
quale ascese in cielo quasi fino alle stelle. Quanti abitavano la città ne
rimasero orribilmente ustionati e quelli che nella città non si trovavano, ma
nelle sue vicinanze, ne furono pure scottati. Coloro che avevano guardato il
globo di fuoco ne rimasero accecati per sempre. E quanti misero in seguito piede
nella città si ammalarono e morirono. La polvere stessa della città era veleno e
così erano avvelenati i fiumi che la attraversavano. Gli uomini non osarono più
avvicinarsi, la città si sgretolò a poco a poco e diventò polvere, fino a che se
ne perse la memoria” . Quando il comandante ebbe visto il male che aveva fatto
alla sua stessa gente, si ritirò nel proprio palazzo e si rifiutò di ricevere
chicchessia. In seguito chiamò a raccolta i resti del suo popolo e con loro
risalì in cielo sparendovi senza più fare ritorno. Risultano evidenti, in questa
storia, le analogie con gli effetti di un bombardamento nucleare: si veda ad
esempio la descrizione del “Fulgido dardo” che rievoca alla mente le fattezze
dei moderni missili sospinti da una propulsione che nel testo viene descritta
come un “fascio di luce”. Le conseguenze dell’esplosione (fiamme fino al cielo,
ustioni, inquinamento di aria e acqua nella zona circostante l’evento),
ricordano in modo impressionante e fin nei minimi dettagli gli effetti delle
moderne esplosioni atomiche. Ci troviamo dunque di fronte ad un dubbio:
considerare il tutto frutto esclusivamente della fantasia di un antico poeta è
impossibile data la conoscenza degli effetti dei bombardamenti atomici che il
nostro eventuale poeta sembra avere. A maggior ragione, tuttavia, ricondurre
tutto ad un’invenzione letteraria della Helena Blavatsky non è risolutivo in
quanto, nell’anno di pubblicazione nell’anno di pubblicazione del libro ad opera
della donna, i particolari degli effetti delle esplosioni atomiche non erano
ancora conosciuti. Verificare l’attendibilità storica del racconto è quindi
impossibile.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento