domenica 20 gennaio 2013

Gli Hatti e la città di Çatal Hüyük

Çatal Hüyük, la più antica città della quale a oggi abbiamo notizia. Si trova a sud-est di Ankara. E fu costruita ed abitata da un antico popolo, gli Hatti. I resti di questa città si trovano su 19 metri di strati dovuti a ricostruzioni e abbattimenti subiti nel corso della sua lunga vita. Gli strati più bassi partono da circa l’ anno 8000 a.C. Siamo nel primo neolitico. La storia di Catal Huyuk è abbastanza nota a partire da circa il 6500 a.C., per cui vi sono circa duemila anni ancora da studiare e decifrare. Una singolare caratteristica urbanistica era che l’antica città non aveva strade ed era composta da case ammassate l’una sull’altra, a scopo difensivo, a cui si accedeva tramite scale a pioli poggiate sui tetti. Le case potevano essere a più piani, avevano poche stanze, presentavano un’intelaiatura in legno ed un rivestimento, che veniva annualmente intonacato, costituito da mattoni, fatti di fango e paglia essiccati. Gli Hatti sapevano lavorare i metalli e la ceramica. Amavano l'arte pittorica, che utilizzavano per scopi sia religiosi che ornamentali. Erano per la gran parte pastori e si avvalevano dell'aiuto del cane. Avevano una certa cura nell'abbigliamento in fabbricavano tessuti che venivano anche tinti. Dai resti ritrovati negli scavi archeologici si può dedurre che avessero un’alimentazione abbastanza varia e una discreta cura dei denti e dell’igiene del corpo.
Probabilmente a seguito di un incendio o di un catastrofico evento naturale (forse un'eruzione vulcanica) Catal Huyuk venne abbandonata intorno al 5700 a.C. La città millenaria fu distrutta ma la civiltà degli Hatti rimase vitale e solida. Infatti venne fondata una nuova città nei pressi della precedente: Catal Huyuk Ovest, che fu abitata per circa 700 anni e poi abbandonata anch'essa a causa di un incendio. Successivamente, vennero fondate altre città, divenute ora famosi siti archeologici, in cui l’assetto urbanistico e la tipologia mostrano l’evoluzione della civiltà degli Hatti: Mersin-Tarso, Can Hasan, Beycesultan, Troia, Alaja Huyuk, Kultepe. Sarà proprio da Kultepe che comincerà la comparsa degli Ittiti.
Non avendo questo popolo lasciato testimonianze scritte dirette, ciò che oggi si sa sugli Hatti viene da testimonianze indirette di altre popolazioni e dagli scavi archeologici. È probabile che i sovrani Hatti usassero scribi che scrivevano in assiro per condurre gli affari in Mesopotamia. L'antico nome dell'Anatolia, cioè Terra di Hatti compare per la prima volta in tavolette mesopotamiche in cuneiforme degli Accadi (seconda metà del III millennio a.C.), tavolette in cui i mercanti assiri chiedono aiuto al re accadico Sargon. Questa definizione di Terra di Hatti continuò a essere usata fino al 630 a.C., come dimostrano le cronache assire. Questo popolo parlava una lingua non indoeuropea, connessa con quella dei Khaldi/Kardu. Alla fine questo popolo si mescolò o fu rimpiazzato dagli Ittiti, che parlavano una lingua indoeuropea.
Gli Hatti erano organizzati in città-stato e piccoli regni teocratici che furono poi conquistati uno a uno dagli Ittiti dopo il 2200 a.C. Anche dopo questa conquista gli Hatti continuarono a rappresentare la maggior parte della popolazione. Per questa ragione influenzarono molto gli Ittiti, da cui presero gran parte della religione e della mitologia. La differenza tra Hatti e Ittiti emerge anche dalle descrizioni che gli Egiziani danno in occasione della Battaglia di Kadesh che parlano di individui molto diversi tra loro nell'aspetto.
È falso pensare che gli Hatti divennero poi gli Ittiti, perché questi ultimi erano un popolo indouropeo etnicamente e linguisticamente diverso da quello degli Hatti. È comunque vero che gli Ittiti continuarono a utilizzare l'espressione Terra di Hatti per indicare il loro paese.
(Fonte Wiki)




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