Çatal Hüyük, la più antica città della quale a oggi abbiamo
notizia. Si trova a sud-est di Ankara. E fu costruita ed abitata da un antico popolo,
gli Hatti. I resti di questa città si trovano su 19 metri di strati dovuti a
ricostruzioni e abbattimenti subiti nel corso della sua lunga vita. Gli strati
più bassi partono da circa l’ anno 8000 a .C. Siamo nel primo neolitico. La storia
di Catal Huyuk è abbastanza nota a partire da circa il 6500 a .C., per cui vi sono
circa duemila anni ancora da studiare e decifrare. Una singolare caratteristica
urbanistica era che l’antica città non aveva strade ed era composta da case
ammassate l’una sull’altra, a scopo difensivo, a cui si accedeva tramite scale
a pioli poggiate sui tetti. Le case potevano essere a più piani, avevano poche
stanze, presentavano un’intelaiatura in legno ed un rivestimento, che veniva
annualmente intonacato, costituito da mattoni, fatti di fango e paglia
essiccati. Gli Hatti sapevano lavorare i metalli e la ceramica. Amavano l'arte
pittorica, che utilizzavano per scopi sia religiosi che ornamentali. Erano per
la gran parte pastori e si avvalevano dell'aiuto del cane. Avevano una certa
cura nell'abbigliamento in fabbricavano tessuti che venivano anche tinti. Dai
resti ritrovati negli scavi archeologici si può dedurre che avessero
un’alimentazione abbastanza varia e una discreta cura dei denti e dell’igiene
del corpo.
Probabilmente a seguito di un incendio o di un catastrofico
evento naturale (forse un'eruzione vulcanica) Catal Huyuk venne abbandonata
intorno al 5700 a .C.
La città millenaria fu distrutta ma la civiltà degli Hatti rimase vitale e
solida. Infatti venne fondata una nuova città nei pressi della precedente:
Catal Huyuk Ovest, che fu abitata per circa 700 anni e poi abbandonata
anch'essa a causa di un incendio. Successivamente, vennero fondate altre città,
divenute ora famosi siti archeologici, in cui l’assetto urbanistico e la
tipologia mostrano l’evoluzione della civiltà degli Hatti: Mersin-Tarso, Can
Hasan, Beycesultan, Troia, Alaja Huyuk, Kultepe. Sarà proprio da Kultepe che
comincerà la comparsa degli Ittiti.
Non avendo questo popolo lasciato testimonianze scritte
dirette, ciò che oggi si sa sugli Hatti viene da testimonianze indirette di
altre popolazioni e dagli scavi archeologici. È probabile che i sovrani Hatti
usassero scribi che scrivevano in assiro per condurre gli affari in
Mesopotamia. L'antico nome dell'Anatolia, cioè Terra di Hatti compare per la
prima volta in tavolette mesopotamiche in cuneiforme degli Accadi (seconda metà
del III millennio a.C.), tavolette in cui i mercanti assiri chiedono aiuto al
re accadico Sargon. Questa definizione di Terra di Hatti continuò a essere
usata fino al 630 a .C.,
come dimostrano le cronache assire. Questo popolo parlava una lingua non
indoeuropea, connessa con quella dei Khaldi/Kardu. Alla fine questo popolo si
mescolò o fu rimpiazzato dagli Ittiti, che parlavano una lingua indoeuropea.
Gli Hatti erano organizzati in città-stato e piccoli regni
teocratici che furono poi conquistati uno a uno dagli Ittiti dopo il 2200 a .C. Anche dopo questa
conquista gli Hatti continuarono a rappresentare la maggior parte della
popolazione. Per questa ragione influenzarono molto gli Ittiti, da cui presero
gran parte della religione e della mitologia. La differenza tra Hatti e Ittiti
emerge anche dalle descrizioni che gli Egiziani danno in occasione della
Battaglia di Kadesh che parlano di individui molto diversi tra loro
nell'aspetto.
È falso pensare che gli Hatti divennero poi gli Ittiti,
perché questi ultimi erano un popolo indouropeo etnicamente e linguisticamente
diverso da quello degli Hatti. È comunque vero che gli Ittiti continuarono a
utilizzare l'espressione Terra di Hatti per indicare il loro paese.
(Fonte Wiki)